Gli uomini venuti all'essere hanno il diritto e il dovere della conservazione e del miglioramento dell'individuo e della specie. La lotta quotidiana contro gli elementi dissolventi della vita individuale desta gli sforzi continui per la conservazione, sinché l'individuo viene a cessare, mentre la specie progredisce. Questa lotta sprigiona le energie individuali e collettive dell'uomo e determina il progresso; l'espressione comune di tale lotta è il lavoro, condizione necessaria di natura, preso nel suo concetto generico e in rapporto al dovere e al diritto della conservazione.


La Costituzione è il fondamento della Repubblica. Se cade dal cuore del popolo, se non è rispettata dalle autorità politiche, se non è difesa dal governo e dal Parlamento, se è manomessa dai partiti, verrà a mancare il terreno sodo sul quale sono fabbricate le nostre istituzioni e ancorate le nostre libertà.


I popoli sotto dittatura anelano alla libertà; se manca tale anelito, cessa il senso della personalità, il desiderio del progresso, il valore dell'iniziativa. I popoli che tendono a progredire, si affermano nella libertà e per la libertà.


Tutti i vizi sociali che si oppongono all’amore, quali l’invidia, l’odio, l’ira, il disprezzo, la superbia, sono cagioni e sorgenti d’ingiustizia; mentre l’amore nella vita sociale si risolve in libertà, uguaglianza e fratellanza.


È superfluo dire perché non ci siamo chiamati Partito cattolico: i due termini sono antitetici; il cattolicesimo è religione, è universalità; il partito è politica, è divisione.


C'è chi pensa che la politica sia un'arte che si apprende senza preparazione, si esercita senza competenza, si attua con furberia. E’ anche opinione diffusa che alla politica non si applichi la morale comune, e si parla spesso di due morali, quella dei rapporti privati, e l'altra (che non sarebbe morale né moralizzabile) della vita pubblica. La mia esperienza lunga e penosa mi fa concepire la politica come satura di eticità, ispirata all'amore del prossimo, resa nobile dalla finalità del bene comune. Per entrare in tale convinzione, occorre essere educato al senso di responsabilità, avere forte carattere pur con le più gentili maniere, e non cedere mai alle pressioni indebite e alle suadenti lusinghe per essere indotto ad operare contro coscienza. Si sbaglierà, di sicuro, non mai di proposito e ad occhi aperti, né per volontà perversa e a fini egoistici: l'errare è dell'uomo, il perseverare è del diavolo.


Non voglio generalizzare, ma il costume di un Paese che ha la struttura di Stato di diritto, in regime libero e democratico, non può ancora essere inficiato da un sistema incivile, quale è quello del conformismo senza convinzione e quello dell'anarchismo di reazione; metodi e concezioni materialistici l'uno e l'altro, atti a rompere la solidarietà civile ed a scardinare l'organismo nazionale. Bisogna provvedervi con l'educazione fin dalle prime scuole (nella speranza che maestri e maestre non siano conformisti né anarchici) e con la convinzione di una libertà basata sulla verità e resa efficace dal soffio della coscienza di personalità morale e civile.